Dario Fo
2010
Mondotondo
A una prima occhiata, appaiono come pupazzi fatti per gioco a incanto dei ragazzini: ci indovini subito ochette e pinguini che sgambettano per strade di pavè e sampietrini. Questa è l'impressione prima delle pitture di Pao.
Ti vien da temere che passi una macchina a tutta velocità a farne scempio, infatti, sul fondo, qualche automobile seguita da tram e camion transita. Per fortuna c'è un semaforo issato su una possente canna di palma, al posto delle banane o del cocco, che blocca il traffico; ma il vantaggio di queste papere è che san volare fuori del pericolo. Poi però ritornano sull'asfalto per giocare con un bimbo, che cammina a gattoni ridendo e piangendo, così da bagnare il bavaglino azzurro di lacrime.
Si anima tutta la scena, c'è perfino un aeroplano che l'attraversa lassù e, sotto, un bambino di pelle scura con gli occhi spalancati che ti fa cenno con un gesto di saluto; sta dentro un giardino con alberi radi, che proiettano ombre lunghe attraverso tutto il proscenio.
C'è pure una pecora con manto di lana scozzese che fa sfoggio di tutta la sua ricchezza e... mamma mia, accidenti! Cosa sta accadendo del cielo? Un disco volante lancia un fascio di luce al suolo, risucchiando un'altra pecora per farne bottino. Di certo i marziani si sono confusi e l'hanno scambiata per un bimbo umano! Una chioccia gli viene in aiuto volando come un caccia da guerra.
Nel bosco si son rintanati animali blu, cercando di mimetizzarsi con piante di quercia dalle larghe foglie. Ormai è una scorribanda: oche, anatre e pinguini spuntano da tutti i lati, sfondando le nuvole; altri seduti nel prato stanno a godersi lo spettacolo. In mezzo si nota un bambino appena uscito dal guscio.
La nebbia fa cambiare scena e dal basso si legge nello spazio un altro uccello protetto da piante leggere, che distribuiscono le foglie nell'aria, respirando. La foresta si fa sempre più fitta d'alberi che vibrano per il vento che l'attraversa. Si può indovinare il sibilo che ne esce, mentre foglie a manciate navigano spinte da quella tempesta. Un bimbo dagl'occhi socchiusi, nudo e in posizione yoga, da guru, medita tranquillo, leggendo nella sua estasi scritti concentrici a piccoli cubi, che galleggiano nell'aria della propria visione. Sotto, il mare è attraversato da pesci in branco che galleggiano muovendosi lenti dentro l'azzurro, e, sopra il piano del mare, sorge un coccodrillo che naviga assonnato fra le foglie galleggianti; appresso appaiono altre figure insolite, in una sequenza dell'assurdo ricolma di verità, così palese che ti incanta.
Questa è la pittura di Paolo Bordino detto da tutti Pao, anche dalle ochette e dai pinguini.